Isola di Capraia (Arcipelago Toscano) in barca a vela

Capraia è stata definita una “Perla del Mediterraneo”, ed infatti quest’isola di altura (36 miglia dalla costa tirrenica, 16 miglia da quella Corsa), dall’aspetto minaccioso nella foschia, diviene rassicurante ed ospitale non appena si arriva in prossimità del porticciolo.

Sole, mare pulito, splendide coste e fondali, macchia mediterranea a perdita d’occhio, costituiscono la migliore presentazione per l’isola di Capraia.

Capraia, insieme a parte dell’Arcipelago Toscano è stata istituita Parco Naturale con decreto presidenziale del 1996

L’odierno nome ” Capraia” quasi sicuramente proveniente dell’etimo dai Greci, il cui significato, non molto gratificante, era quello di ” posto da capre” . Capraria, fu infatti il nome romano, sicura derivazione dallo stesso significato del nome odierno.
Si narra che la Venere del Tirreno, al momento di emergere dalle acque del nostro mare per abbracciare l’orizzonte lasciò sfuggire sette perle dalla collana che adornava il suo bianco collo le quali caddero in mare trasformandosi nelle Isole dell’Arcipelago Toscano; da una di quelle perle, la più rara e bella, sarebbe nata Capraia

La nostra Isola emerge dal mare attorno a 9.000.000 anni fa grazie ad una fortissima attività vulcanica. Capraia ci mostra almeno due bocche di eruzione, una più antica corrispondente allo Stagnone ed una più piccola e recente localizzata in corrispondenza della Cala Rossa e di punta dello Zenobito. L’avventura dell’uomo a Capraia inizia intorno al 2600 a.c. con i Lidi, giunti da Smirne, seguirono i Pelagi, gli Umbri, ma soprattutto gli Etruschi che dai boschi di leccete di Capraia ricavarono il legname utile alla lavorazione del ferro dell’Elba. Gli Etruschi si stabilirono a lungo a Capraia fino al momento in cui furono cacciati da Gerone, tiranno di Siracusa, che depredò l’Isola e la lasciò in mano a pirati e marmaglia fuggita dalle giustizie locali.

Storia
Le silenziose e segrete coste rocciose di Capraia nascosero Cartaginesi, Cilici, Cretesi, Marocchini, Spagnoli ed i loro tesori fin quando nel 67 a.c. il senato romano votò la legge contro la pirateria e l’Arcipelago fu conquistato e reso sicuro.
Capraia conobbe, sotto il dominio romano, un periodo di splendore, fatto di commercio, agricoltura ed allevamento di cui ancora qualche segno è presente nella ” Domus” romana rinvenuta sull’Isola.
I romani abbandonarono l’Isola in tarda età imperiale, ed essa vide l’arrivo di molti Monaci, le cui testimonianze troviamo ancora nella chiesa della Piana, innalzata come ringraziamento dopo il ritrovamento delle spoglie del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
Ma nell’800 le cose volsero al peggio: nuovi e terribili predoni toccarono le coste di Capraia: erano i Saraceni che misero Capraia a ferro e fuoco e ne deportarono la popolazione.

Dopo l’anno 1000 il paese fu nuovamente popolato ed animato di fiorenti commerci. E pur tuttavia l’Isola non ebbe mai da allora una reale e duratura pace, ed anzi, data la sua strategica posizione nell’Alto Tirreno, fu sempre coinvolta nella lunga ed aspra contese tra Pisa e Genova.
Con il trattato di Versailles (1768), l’Isola fu consegnata alla Francia. In questo periodo Capraia vive uno dei più grossi drammi della sua storia. Il governo francese fu tutt’altro che morbido nell’imposizione di tasse che contribuirono ad impoverire la operosa comunità.

Il Congresso di Vienna assegnò l’Isola, assieme a Genova, al Regno di Sardegna, che per alleviare lo stato di povertà in cui versava la popolazione la istitùì porto franco e vi impiantò una manifattura del tabacco.  Col passaggio al regno d’ltalia le cose peggiorarono di nuovo: abolito il porto franco e tolta la manifattura, il nuovo insediamento della colonia penale, nel 1873, fu un disastro totale, poichè il nuovo istituto si dimostrò del tutto estraneo alle tradizioni, alla cultura ed all’economia di Capraia.
La miseria, la fame e l’emigrazione furono le protagoniste di tutto il periodo passato sotto Casa Savoia.

Nel 1925 fu staccata dalla provincia di Genova per essere annessa a quella più vicina di Livorno, rimanendo colonia penale. L’Istituto penitenziario è stato chiuso nel 1986.