Arcipelago Toscano in barca a vela

“Quando la Venere Tirrenica uscì dalle onde del mare, dal suo diadema si staccarono sette gemme. Nacquero così le isole dell’Arcipelago: Elba, Giglio, Capraia, Gorgona, Pianosa, Giannutri e Montecristo.”

Questo è l’Arcipelago toscano raccontato in un’antica leggenda, esaltando il grande ruolo del mare: la “sostanza” di quello che oggi è il Parco Nazionale.

Il più grande parco marino europeo….

L’Arcipelago toscano ha mari di straordinaria bellezza dove vivono pesci spada, tonni, leccie, pesci luna… o gli inconfondibili delfini “Delphinus delphis” che spesso accompagnano i velisti!

Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano è stato inserito fra i Parchi Nazionali di rilevanza mondiale da parte della IUCN (International Union Conservation of Nature), l’organizzazione preposta alla classificazione di qualità delle aree protette del globo. E’ un riconoscimento alla natura dell’Arcipelago che incrementa la Sua già grande rilevanza e notorietà internazionale.

La grande diversità biologica dell’Arcipelago è dovuta, anche, alla varietà delle coste e dei fondali: dalle spiagge dell’Elba alle falesie rocciose della Capraia occidentale, una miriade di specie vegetali ed animali vivono in ogni anfratto di uno dei più affascinanti ambienti naturali: il mare.

Una delle esperienze più indimenticabili è quella di nuotare tra le incredibili tavolozze di colori giallo, azzurro e rosso delle alghe e delle spugne del coralligeno.

I fondali sabbiosi sono ricoperti da autentiche foreste sommerse, le praterie di “Posidonia oceanica” vero polmone verde dell’ecosistema marino del Mediterraneo. Tra i suoi ciuffi nastriformi vivono, si nutrono e mimetizzano moltissime specie di pesci.

Non mancano le sorprese, la balenottera  e il capodoglio frequentano le acque del Parco tutto l’anno, anche se gli avvistamenti sono più facili nelle stagioni intermedie.

Le isole dell’Arcipelago toscano sono uno dei più importanti corridoi faunistici dell’intero bacino mediterraneo: punto di sosta e di nidificazione di moltissime specie di uccelli in migrazione tra l’Europa continentale e l’Africa.

Alcune delle più importanti colonie di berte e gabbiani, tra cui quelle del rarissimo gabbiano corso, trovano nel Parco uno degli ultimi habitat per la riproduzione.

L’antica presenza dell’uomo e il progressivo sviluppo delle sue attività, hanno contribuito a modificare l’originario manto vegetale. La macchia mediterranea, che oggi è la vegetazione tipica delle isole dell’Arcipelago toscano, cresce laddove un tempo erano presenti estese foreste di leccio. L’isolamento geografico, la difficoltà dei collegamenti tra le isole e con il continente, le complesse vicende legate al popolamento storico dell’Arcipelago hanno favorito la conservazione di paesaggi, ecosistemi e di un approccio culturale dell’uomo con il proprio ambiente naturale che, altrove, è ormai un valore del passato.